Atrofia ossea mascellare e mandibolare
Per atrofia ossea si intende la perdita dell’osso alveolare, quella porzione di osso mascellare all’interno della quale si inseriscono i denti, e che insieme alla gengiva, al cemento e al legamento parodontale forma il parodonto.
L’atrofia ossea mascellare o mandibolare è dovuta alla perdita, traumatica oppure fisiologica, dei denti e di conseguenza dell’osso alveolare che dovrebbe tenerli nelle rispettive arcate.
Quando avviene la perdita di un dente, che può accadere per cause naturali o traumatiche, si verifica infatti il riassorbimento di tutti i tessuti di sostegno dove i denti stessi risiedono e la conseguente atrofia.
La perdita dei denti e l’assottigliamento dell’osso mascellare compromettono sia l’estetica del sorriso che le principali funzionalità del cavo orale come masticare, deglutire e parlare.
La migliore soluzione per contrastare il riassorbimento osseo è ripristinare in modo tempestivo i denti mancanti attraverso un intervento di implantologia. Procrastinare i tempi di intervento può portare a una perdita ulteriore di spessore osseo rendendo l’intervento di implantologia più complesso.
Atrofia ossea: come trattarla
Le opzioni per il trattamento di una grave atrofia dell’osso mascellare o di quello mandibolare sono due:
- rigenerazione ossea o innesto osseo
- implantologia osteointegrata
Nel primo caso si tratta di una tecnica che consiste nell’incremento di osso tramite il trapianto di osso proprio del paziente, oppure tramite l’utilizzo di osso esterno biocompatibile. La procedura di questo trattamento è solitamente lunga e l’efficacia non è affatto garantita. Una volta completato il processo di guarigione del trapianto è possibile inserire gli impianti dentali.
Nel secondo caso vengono, invece, adottate particolari tecniche chirurgiche per inserire gli impianti dentali che sfruttano al massimo la quantità di osso residuo oppure, nel caso dell’arcata superiore, l’osso zigomatico.
La tecnica chirurgica All-on-four
La tecnica “All-on-Four”, che in italiano significa “tutto su quattro”, consente di riabilitare un’intera arcata superiore o inferiore senza denti mediante l’inserimento di soli quattro impianti dentali installati lungo il perimetro della gengiva, in punti strategici della bocca.
Solitamente, nei casi clinicamente idonei, la riabilitazione con tecnica All-on-four viene abbinata alla procedura del carico immediato.
Con il carico immediato l’avvitamento della protesi fissa provvisoria avviene a distanza di 24/48 ore dall’operazione. (Per approfondimenti sul carico immediato: Carico immediatoL la guida completa)
In alcuni casi clinici il chirurgo implantologo, per garantire un assetto implantare più stabile, può optare per l’inserimento di uno o due impianti extra. In questi casi si può parlare di tecniche “All-on-five” e “All-on-six”.

Gli impianti zigomatici
La metodica chirurgica degli impianti zigomatici si applica nei casi di estrema atrofia del mascellare (arcata superiore) e prevede l’inserimento di uno o più impianti di dimensioni più lunghe rispetto a quelli tradizionali direttamente nelle ossa degli zigomi.
L’impiego di questa particolare tecnica prevede una valutazione molto accurata del caso clinico mediante esami diagnostici e non solo. In particolare viene eseguita una ortopantomografia per una valutazione generale di tutto il parodonto e una TC CONE BEAM (in gergo TAC) per lo studio più approfondito delle caratteristiche dell’osso mascellare.
Grande importanza ai fini di una corretta pianificazione e riuscita dell’intervento è la buona salute del paziente. Avviene infatti quasi sempre un consulto con il medico curante o con medici specialisti che seguono il paziente se affetto da patologie più serie.
Il numero degli impianti zigomatici da inserire può Carrara da caso a caso. Questa valutazione viene fatta dal chirurgo implantologo prima dell’operazione grazie anche allo studio di un modello 3D del mascellare.
L’impianto zigomatico può essere singolo, nel caso di una grave atrofia solo parziale del mascellare, oppure è possibile inserire anche più impianti zigomatici, anche due per lato (tecnica QUAD Zygoma).
Oltre agli impianti zigomatici, in base allo studio e alla progettazione della riabilitazione, l’assetto implantare può prevedere anche l’innesto di impianti endossei e impianti pterigoidei.
Ques’ultimi sono impianti che vengono inseriti nel processo pterigoideo dell’osso sfenoide.
Per approfondimenti consulta il sito www.impiantizigomatici.it
