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Valutazione rischio di carie

In alcuni casi si può curare una carie senza trapano e senza otturazione. Dato che il processo progredisce a un ritmo molto più lento che in passato, è possibile optare per trattamenti che arrestano la carie prima che si sviluppi la cavità. Questo rallentamento è dovuto al fluoro. Prima degli anni ’60 i dentifrici non contenevano questo minerale, preziosissimo per rinforzare i denti. Oggi è difficile trovarne uno che non lo contenga. Inoltre, nei paesi industrializzati il fluoro viene addizionato all’acqua potabile.

”Se c’è la carie, bisogna fare l’otturazione”. Questo approccio valeva nel passato, ma per fortuna oggi esistono altri modi di affrontare il problema. La stessa visita odontoiatrica è profondamente cambiata. La carie è causata da un batterio chiamato Streptococcus mutans. In sua assenza, il processo carioso non può avere inizio. Questo batterio, che si nutre dei carboidrati presenti nei dolci e nelle caramelle, nel pane, la pasta, e in molti altri alimenti, produce un acido che attacca la superficie dura del dente, lo smalto, e danneggia parte della sua superficie.

In alcuni casi si può curare una carie senza trapano e senza otturazione. Dato che il processo progredisce a un ritmo molto più lento che in passato, è possibile optare per trattamenti che arrestano la carie prima che si sviluppi la cavità.

Questo rallentamento è dovuto al fluoro. Prima degli anni ’60 i dentifrici non contenevano questo minerale, preziosissimo per rinforzare i denti. Oggi è difficile trovarne uno che non lo contenga. Inoltre, nei paesi industrializzati il fluoro viene addizionato all’acqua potabile.

Il fluoro è un gas di colore giallo-verde. È il più elettronegativo di tutti gli elementi, perciò è fortemente reattivo. In natura lo si trova associato ad altri gas o a metalli, in unione con i quali forma i fluoruri. Il fluoro è presente in alcune acque minerali o di rubinetto, nel sale da tavola, nei dentifrici e nei collutori fluorati. Inoltre, il fluoro è presente in quasi tutti i tessuti dell’organismo, anche se ha maggiore affinità con i tessuti duri come quelli ossei e dentali. Assorbito per via orale, il fluoro si diffonde rapidamente nel corpo e si fissa nei tessuti ossei e sullo smalto dei denti durante la sua formazione. Assorbito per via generale, sotto forma di gocce o compresse, agisce nella fase pre-eruttiva della mineralizzazione dello smalto. Il fluoro topico, contenuto nei dentifrici e nei collutori, favorisce la remineralizzazione delle regioni demineralizzate e arresta il metabolismo dei batteri cariogeni: gli strati superficiali dello smalto diventano più resistenti e meno sensibili all’attacco acido.

Grazie al fluoro i denti sono più forti e possono combattere meglio la perdita di minerali (decalcificazione) che caratterizza gli stadi iniziali della malattia cariosa. Un dente che si ripara da sé è molto più forte e più resistente anche agli attacchi acidi futuri. Spesso la carie produce sintomi premonitori prima di arrivare alla formazione della cavità: una piccola macchia bianca sullo smalto, una zona sospetta visibile in una radiografia. L’intervento immediato e la capacità naturale del corpo di curare se stesso la possono arrestare. Naturalmente, questo è un approccio molto poco invasivo all’odontoiatria.

Per valutare il rischio soggettivo di carie il dentista considera la condizione dei denti e del resto della bocca, le abitudini alimentari, la qualità dell’igiene orale, la storia personale di carie, i valori rilevati dalla misura del livello di batteri cariogeni nella bocca. Il risultato di questa analisi consente di stabilire se il paziente ha un rischio di carie basso, moderato o alto. Il trattamento è in funzione del livello soggettivo di rischio.

Ha un basso rischio di carie chi ha un basso livello di batteri cariogeni orali, non mangia tanti dolci e merendine, non ha avuto carie nell’ultimo anno. In questa condizione, se il dentista vede una macchietta su un dente o su una radiografia prima di passare direttamente al vecchio metodo “trapano e otturazione” può applicare sul dente a rischio una vernice al fluoro o una pasta contenente calcio. Spesso bastano questi semplici trattamenti, che aiutano il dente a riparare la zona in cui si stava formando la cavità, per arrestare o rallentare il processo patologico. Questo procedimento è noto come remineralizzazione, e va ripetuto più volte. A ogni incontro il dentista valuta la situazione, considera se vi sono stati miglioramenti e ripete il trattamento se necessario. In molti casi il dente guarisce: zero forellini, zero otturazioni. Per chi ha invece un alto rischio di carie il trattamento può comprendere sciacqui antibatterici specifici, e naturalmente, l’otturazione. Le persone con alto rischio di carie devono andare dal dentista più spesso delle altre per controllare che non si sviluppino nuove cavità e per ricevere trattamenti come l’applicazione topica del fluoro. In questo consiste il nuovo approccio al trattamento odontoiatrico della carie: valutazione del rischio seguita da un trattamento basato sul rischio specifico.

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