In campo odontoiatrico esistono ormai molte tipologie di laser per una varietà di applicazioni che vanno dall’eliminazione della carie (al posto del trapano), allo sbiancamento, alla decontaminazione degli alveoli vuoti in implantologia, all’indurimento dei materiali impiegati nelle otturazioni. E non solo: il laser viene impiegato nella cura delle malattie delle gengive per l’eliminazione dei batteri dalle sacche parodontali e per l’ottimizzazione della linea gengivale. Tutto questo senza trapano, senza aghi, spesso senza anestesia, senza dolore, senza gonfiore e con una ridottissima perdita di sangue… Ovvio quindi che i pazienti ne abbiano un’impressione estremamente positiva, del resto confermata da molti studi indipendenti che mostrano come essi siano molto interessati a una tecnica sicura che praticamente elimina dolore e sanguinamento, accelera la guarigione, riduce la durata e la frequenza delle sedute, ed elimina il minaccioso suono del trapano.
Che cos’è il laser?
È considerato a ragione una delle più importanti scoperte del XX secolo. Il laser odontoiatrico è uno strumento medico che genera un raggio molto preciso di luce concentrata. Il raggio sterilizza la zona-bersaglio e allo stesso tempo coagula i vasi sanguigni riducendo di conseguenza il rischio di infezione e il sanguinamento. Risultato: le sedute dal dentista diventano molto più brevi e rilassanti, e nella maggior parte dei casi non vi è neppure bisogno di ricorrere all’anestesia. Alcune procedure possono essere eseguite in una frazione del tempo richiesto dallo stesso intervento senza laser, con evidenti benefici sulla durata del cosiddetto “tempo-sulla-poltrona”. L’efficienza del laser è basata sui tassi di picco di assorbimento dei materiali contenuti nei tessuti-bersaglio (duri o molli) e di altro materiale dentale (per esempio, emoglobina, acqua, idrossiapatite, e così via) di lunghezze d’onda uniche. L’energia ottimale viene fornita con la minima emissione possibile, basata sulle caratteristiche di assorbimento uniche e precise delle singole lunghezze d’onda. Alcune di queste lunghezze hanno un’affinità con l’acqua e con le strutture pigmentate in rosso, ciò che le rende particolarmente efficaci per le procedure sui tessuti molli della cavità orale.
L’applicazione pratica: l’interazione con i tessuti nella cavità orale
Quattro sono le possibili interazioni quando il laser entra in contatto con il tessuto dentale: la riflessione, l’assorbimento, la trasmissione e la dispersione (scatter). La riflessione ha luogo quando la luce laser si riflette sul tessuto dentale; con l’assorbimento, l’energia laser viene assorbita iniziando il trattamento (vaporizzazione, ablazione, coagulazione, ecc.); la trasmissione è un processo nel quale l’energia laser viene trasmessa direttamente attraverso il tessuto, in genere senza alcun effetto; e quando invece l’energia laser entra in contatto con il tessuto e quindi si divide e si espande su un’area maggiore, si parla di dispersione.
Laser: sono sicuri?
Sì, nelle mani di un dentista qualificato e addestrato. Anzi, in alcuni casi, confrontando il laser con gli strumenti odontoiatrici tradizionali, si osserva una riduzione o addirittura una minimizzazione del rischio di danno ai tessuti circostanti grazie alla sua precisione incomparabile, al controllo specifico delle potenze, alla durata dell’esposizione. La luce laser è molto più efficace rispetto alle fonti di luce convenzionali perché il laser produce un fascio intenso, stretto e concentrato di luce formata da una singola lunghezza d’onda; per contro, le fonti tradizionali di luce impiegate in odontoiatria, per esempio le lampade ad arco di plasma – forniscono un continuum di luce che comprende tutto lo spettro, anche le lunghezze d’onda infrarosse (calore) e ultraviolette. In altre parole, il laser è in grado di produrre esattamente la lunghezza d’onda richiesta per la specifica applicazione, consentendo di ottenere i risultati voluti con minor potenza e in un periodo più breve di tempo. E non solo: in confronto all’elettrocoagulazione e alle luci ad alta velocità, i laser garantiscono al paziente un ambiente molto più sicuro.
Laser: è vero che non si prova dolore?
Sì, è vero. Nella maggior parte delle applicazioni il dolore è completamente eliminato oppure, nel peggiore dei casi, significativamente ridotto grazie alla possibilità di un controllo preciso e selettivo. Il ricorso all’anestesia è quindi più raro. In moltissime procedure odontoiatriche, il laser minimizza la presenza di batteri pericolosi nella cavità orale, riduce o elimina il sanguinamento perché cauterizza mentre seziona, e riduce il dolore – tanto che sono innumerevoli le procedure che grazie al laser si effettuano senza la minima anestesia. Questo è dovuto anche alla velocità di pulsazione (frequenza), alla minima profondità di penetrazione, al minimo trasferimento di calore (lunghezze d’onda selezionate) ai tessuti circostanti. Oltre naturalmente a tempi di guarigione molto più brevi, a un minore gonfiore e a una minore infiammazione postoperatori, tutti fattori che contribuiscono a ridurre il fastidio associato con il processo di guarigione.
Che cosa è possibile fare con il laser?
Gli usi approvati del laser in odontoiatria sono ormai moltissimi; ecco un elenco di alcuni trattamenti:
Un canino superiore semi-incluso ha bisogno di un trattamento ortodontico ma la corona esposta è insufficiente
La gengivectomia effettuata con il laser consente di inziare immediatamente il trattamento ortodontico grazie al campo operatorio libero dal sangue
Mucocele sul labbro inferiore
Rimozione del mucocele con il laser, aspetto subito dopo l’intervento
Il paziente un anno dopo l’intervento. Si osservi l’assenza di cicatrici
Granuloma piogenico
Eliminazione granuloma con laser
Lo stesso paziente a tre settimane di distanza
Il laser è adatto anche ai bambini?
Il laser è molto adatto per i bambini, ma anche quando non si fanno volentieri le anestesie, come con le signore in gravidanza o i cardiopatici, o semplicemente per chi è molto pauroso o ansioso. Infatti, qualche volta la paura di subire una piccola puntura può tenere i giovani pazienti lontano dallo studio dentistico trascurando così i controlli di igiene e la cura delle carie. Mediante il raggio laser all’erbium si può eliminare il tessuto cariato senza bisogno di utilizzare il trapano e senza neppure dovere eseguire punture anestetiche. Il bambino è spesso tranquillizzato dalla assenza del trapano e talvolta anche un po’ incuriosito dal vedere in uso uno strumento così moderno. E poi non sente praticamente nulla. Ricordiamoci infatti che è molto importante curare anche i dentini di latte. Questo non solo per evitare mal di denti e infezioni, ma anche per mantenere un buon allineamento dei denti. Infatti i dentini di latte hanno anche la funzione di mantenere la giusta distanza tra i denti – spazio che sarà prezioso per poter accogliere i futuri denti permanenti nella giusta posizione. Perdendo precocemente un dentino di latte si può avere la chiusura dello spazio tra i denti vicini, e quindi la impossibilità del futuro dente permanente di uscire correttamente in arcata. Inoltre si può utilizzare il laser al neodimio o il laser al diodo quando sono necessari piccoli interventi sulla gengiva o sulle mucose dei bambini. Nel caso per esempio si debba tagliare il frenulo labiale, cioè quel legamento che talvolta unisce in modo troppo rigido il labbro all’arcata dentaria, oppure se deve essere “scappucciato” un dente con difficoltà di eruzione, cioè un dente permanente che non riesce spontaneamente ad affiorare dalla gengiva, o che deve essere collegato a un attacco ortodontico per essere dolcemente trascinato nella giusta posizione. Anche in questo caso, senza bisogno di eseguire punture, al massimo passando un gel sulla zona da operare, un minuto prima di iniziare. E senza che poi ci sia sanguinamento perché il laser utilizzato in questi casi taglia eseguendo nello stesso tempo la cosiddetta emostasi, insomma taglia “seccando” nello stesso tempo la ferita. Il sanguinamento dopo un intervento tradizionale infatti talvolta spaventa il bambino più dell’intervento stesso!
Che cosa sono i laser a basso livello?
Relativamente nuovi nel mondo dell’odontoiatria, i laser a basso livello vengono impiegati da anni in medicina sportiva, in pediatria, fisioterapia e controllo del dolore. Strumenti non chirurgici, questi laser si sono dimostrati molto efficaci nel ridurre la sensibilità e promuovere la guarigione in molte procedure odontoiatriche e nel trattamento dei disturbi temporo-mandibolari. L’uso comune in odontoiatria comprende l’accelerazione della guarigione post-estrazione, la desensibilizzazione dei nervi (pre-estrazione), l’identificazione di condizioni infiammatorie della polpa dei denti nei trattamenti endodontici. Può consentire di evitare l’anestesia per chi non tollera l’igiene dentale professionale. Sono adatti anche per l’efficace trattamento delle ulcere aftose.
Laser a basso livello per la diagnosi precoce della carie
È uno strumento nuovissimo e rivoluzionario che consente di rilevare la presenza nello smalto dentale di fosse piccolissime che possono diventare carie. Una volta rilevata, la fossa può essere ricoperta con un sigillante. È in grado di rilevare modifiche superficiali del dente invisibili anche alla radiografia tradizionale. Quando la fonte luminosa viene diretta sul dente, qualunque anomalia presente sulla superficie viene riflessa allo strumento, dove viene trasformata in un suono udibile. Questo laser può anche rilevare una carie presente sotto una corona.
- rimozione della carie/preparazione della cavità. Senza anestesia nel 96% dei casi
- endodonzia (trattamento dei canali)
- curettage laser-assistito dei tessuti molli/detartaraggio dei solchi molari
- ripristino del contorno dell’osso
- rimozione selettiva del tessuto granulare
- decontaminazione batterica
- gengivectomia
- gengivoplastica
- frenulectomia/frenulotomia
- solco pre-impronta
- trattamento delle ulcerazioni aftose
- esposizione del/degli impianto/i
- terapia delle lesioni orali
- diagnostica: trans-illuminazione per la rilevazione di microfratture cariose
- fusione dei tessuti, sostituisce le suture
- chirurgia laser-assistita dei lembi
- pulpotomia (rimozione della parte infetta della polpa dentale)
- esposizione dei denti non erotti (inclusi)
- escissioni e incisioni
- incisioni e drenaggio di ascessi
- riduzione dell’ipertrofia gengivale
- trattamento del solco parodontale
- vestibuloplastica
- allungamento del tessuto coronale
- papillectomia
- trattamento delle afte ulcerose
- trattamento della leucoplachia
- rimozione dei fibromi
- sbiancamento dei denti: attivazione degli agenti sbiancanti
- allungamento del tessuto molle della corona
- incisioni ed escissioni gengivali
- desensibilizzazione del moncone vivo
- biforcazioni compromesse
- vetrificazione dei canali radicolari







