Secondo i dati del Registro Tumori (2016), in Italia vengono effettuate più di 365.000 nuove diagnosi di tumore all'anno (esclusi i tumori della pelle): circa 189.600 fra gli uomini e 176.200 fra le donne.
Grazie a diagnosi precoci, nell’ultimo ventennio la sopravvivenza a cinque anni dei malati di tumore è aumentata in entrambi i sessi. Il merito è anche di chemioterapie e radioterapie sempre più efficaci, i cui effetti collaterali possono però ripercuotersi sul cavo orale distruggendo non solo il tessuto neoplastico ma anche i tessuti compresi nell'area irradiata. Inoltre, le conseguenze delle cure oncologiche possono persistere fino al termine della terapia e oltre, compromettendo la qualità della vita di un’ampia percentuale di pazienti e, in alcuni casi, ostacolando la terapia stessa.
Le cure anticancro possono infatti provocare: mucositi, modificazioni del gusto, secchezza orale, disfagia, infezioni batteriche, l'osteonecrosi dei mascellari da radiazioni o da farmaci, compromissioni dentali e parodontali, lesioni da Graft-Versus-Host-Disease (GVHD).
Poiché questi eventi possono danneggiare in modo più o meno serio le funzioni di deglutizione, masticazione e fonazione, nel team oncologico è prevista la presenza di un odontoiatra che si occupi di prevenire le complicanze e curare eventuali disturbi.
Il malato oncologico non deve trascurare l’igiene orale e deve sottoporsi a controlli frequenti, deve prestare molta attenzione a ciò che mangia, limitando il consumo di zuccheri e alimenti acidi, deve inoltre usare un collutorio contenente fluoruri per aumentare la prevenzione topica della carie dentale. Da due a dieci mesi dopo la fine della radioterapia può infatti manifestarsi un’intensa e rapida attività cariogena: a causa di secchezza orale, pH salivare acido e aumento dei batteri lo smalto dentale diviene friabile e si frattura facilmente.
Cure e soluzioni protesiche che in situazioni di normalità sarebbero consigliate, vanno attentamente valutate nel caso di pazienti oncologici.
Cure restaurative dentali - Queste cure dovrebbero essere rimandate alla fase di remissione. Fanno eccezione i pazienti affetti da iposcialia-xerostomia (insufficiente secrezione salivare e secchezza delle fauci) da pregressa radioterapia, per i quali è opportuno provvedere prontamente al restauro conservativo delle lesioni cariose.
Cure parodontali - Nei pazienti che hanno effettuato la radioterapia nel distretto testa-collo la capacità di riparazione dei tessuti parodontali è ridotta e pertanto il rischio di perdita patologica di attacco parodontale è maggiore. È importante eseguire un’accurata igiene orale sia domiciliare sia professionale, con frequenza da stabilire in base alla propria situazione clinica.
Cure protesiche - Quando possibile, le protesi rimovibili parziali o totali dovrebbero essere evitate, soprattutto in presenza di iposcialia. Nel caso in cui siano indispensabili per la riabilitazione della funzione masticatoria e della vita sociale del paziente, l’odontoiatra studierà la modalità migliore per realizzarle.
Impianti osteointegrati - Gli impianti osteointegrati consentono di migliorare la stabilità delle protesi fisse e rimovibili, ma ogni caso va valutato singolarmente in quanto il posizionamento di impianti nei pazienti trattati con bisfosfonati aumenta il rischio di osteonecrosi.
Fonte: Ministero della Salute