Un dente incluso rimane “intrappolato” nel tessuto morbido della gengiva oltre il suo normale tempo di eruzione. La causa dell’inclusione può essere il sovraffollamento dei denti, spesso dovuto al fatto che l’arcata è troppo stretta per dare spazio anche ai terzi molari, oppure la presenza di denti in soprannumero. In queste condizioni i denti si inclinano o si spostano mentre crescono.
I terzi molari inclusi sono un problema molto comune che spesso non causa dolore né altri disturbi. Tuttavia, è opportuno evitare che un dente incluso possa esercitare una pressione sul dente vicino, il quale a catena la trasmette al suo vicino, e così via, fino a produrre un grave disallineamento del morso. Inoltre, un dente parzialmente emerso (semi-incluso) è più soggetto ad accumulare residui di cibo, placca e acidi nel tessuto che lo circonda, e di conseguenza aumentano i rischi di sviluppare infezioni (lesioni cistiche) oppure infiammazioni della gengiva (pericoroniti), i cui sintomi sono:
esposizione dell’incisivo superiore effettuata con il laser
lo stesso paziente a un anno di distanza: il dente è erotto e le gengive sono in buone condizioni in buone condizioni
Non tutti i denti inclusi necessitano di un trattamento, che diventa invece indispensabile se il dente causa sintomi; in questo caso è necessario intervenire anche procedendo, se è il caso, a un’estrazione, il trattamento elettivo quando il dente è in una posizione inadatta al riposizionamento ortodontico o quando mostra di provocare problemi ai denti adiacenti. Il vuoto creato dall’estrazione può successivamente venire riempito da un dente artificiale (impianto) o da un ponte. L’esposizione chirurgica è invece indicata quando il dente incluso è in una posizione ancora favorevole al trattamento ortodontico e il paziente è preparato a sottoporvisi, sapendo che durerà almeno un anno.
Se i denti di latte non emergono al momento giusto a causa della mancanza di spazio, i denti permanenti che li sostituiscono non riescono a loro volta a erompere e crescono al di sotto della gengiva in una posizione anomala (con la punta del dente orientata lateralmente) all’interno dell’osso dell’arcata. Quando un dente è incluso, in base al caso specifico le opzioni sono: lasciarlo in posizione, estrarlo, oppure esporlo chirurgicamente per poi portarlo nella posizione corretta con un trattamento ortodontico. Tra i 12 e i 18 anni di età, i denti che più spesso soffrono di questa condizione – che può anche riguardare, più raramente, gli incisivi e i premolari – sono i canini superiori, importantissimi sia per l’aspetto estetico del sorriso, sia per la masticazione.
Il dentista può estrarre il canino di latte, creare lo spazio per il canino incluso definitivo e poi procedere alla sua esposizione. Nel caso del canino dell’arcata superiore se il dente è orientato verso il labbro si incide la gengiva e la si rialza per esporlo; se invece è orientato verso il palato, lo si espone e si crea uno spazio ortodontico senza più riabbassare il tessuto gengivale, oppure lo si ricopre nuovamente lasciando un piccolo tirante che viene regolato dall’ortodonzista per tirare o muovere il dente attraverso la gengiva. Questa procedura può essere effettuata a qualunque età, ma è tanto più efficace quanto più è effettuata precocemente.
- dolore nella gengiva o nell’osso
- sapore sgradevole in bocca quando si mastica nella zona infiammata
- visibile spazio vuoto dove il dente non è emerso
- alito cattivo
- rossore e gonfiore della gengiva che circonda il dente incluso
- occasionalmente, gonfiore dei linfonodi del collo
- occasionalmente, difficoltà nell’aprire la bocca.

