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Danni del fumo sui denti

Per quanto possa sembrare strano, molti fumatori ancora non capiscono fino in fondo i pericoli del fumo: per esempio, secondo uno studio pubblicato nel Journal of the American Medical Association, solo il 29% dei fumatori pensa di avere un rischio maggiore di infarto rispetto ai non fumatori. 

Per quanto possa sembrare strano, molti fumatori ancora non capiscono fino in fondo i pericoli del fumo: per esempio, secondo uno studio pubblicato nel Journal of the American Medical Association, solo il 29% dei fumatori pensa di avere un rischio maggiore di infarto rispetto ai non fumatori.

Al dentista spetta il compito di far capire ai pazienti che il fumo rovina il sorriso. Un numero ormai incalcolabile di studi scientifici ha dimostrato al di là di ogni ragionevole dubbio che il tabagismo rappresenta uno dei fattori di rischio più significativi dello sviluppo e della progressione delle malattie parodontali. Non solo: le sostanze chimiche presenti nel tabacco allungano e disturbano i tempi di guarigione e rendono meno prevedibili i risultati di qualsiasi terapia odontoiatrica o chirurgia orale. In quale modo il fumo aumenta il rischio di gengivite o di piorrea (malattia parodontale)? I fumatori sono più a rischio dei non fumatori in tutte queste condizioni: indurimento della placca batterica sui denti, formazione di tasche profonde ricolme di batteri tra i denti e le gengive, perdita dell'osso e del tessuto di sostegno dei denti.

Il ruolo del dentista. Un’indagine pubblicata dalla Case Western Reserve University School of Dental Medicine conferma che ai pazienti non dà alcun fastidio che il dentista suggerisca ripetutamente di smettere di fumare. Anzi… Su 422 pazienti esaminati, il 29% era rappresentato da fumatori, dei quali il 71% stava pensando di smettere o aveva già iniziato a smettere di fumare. I pazienti si aspettano che il dentista si informi sulle loro abitudini al fumo (72% degli intervistati), vogliono che il dentista spieghi in quale modo il fumo rovina i denti o provoca altre malattie (88%), raccomandi di smettere (67%), fornisca tutte le informazioni che aiutano a smettere di fumare, se richiesto (89%). (Fonte: Dental Patients Who Use Tobacco: Attitudes Toward Tobacco Cessation Promotion, International Association of Dental Research e American Association for Dental Research)

Nel caso di un fumatore, specialmente se accanito, le normali operazioni di igiene orale non sono più sufficienti e solo una pulizia professionale eseguita dal dentista è in grado di rimuovere la placca: se la placca rimane intrappolata al di sotto della linea gengivale i batteri finiscono inesorabilmente per distruggere i tessuti molli spingendo le gengive a distaccarsi dai denti. In queste condizioni si formano le tasche parodontali nelle quali i batteri si annidano e proliferano indisturbati. Se non trattata, la malattia parodontale, prima causa di perdita dei denti, progredisce senza sosta. Le tasche diventano sempre più profonde, le colonie di batteri crescono e distruggono senza pietà osso e tessuti. Le gengive si ritirano dai denti, che sembrano più lunghi. In assenza di un adeguato trattamento odontoiatrico i denti non sono più saldi, provocano dolore e alla fine cadono.

Salvare il sorriso

I dati della letteratura scientifica internazionale confermano una realtà sgradevole ma inoppugnabile: i fumatori perdono più denti dei non fumatori. Secondo i National Health Institutes of Health americani, equivalenti al nostro Ministero della Salute, solo il 20% delle persone non fumatrici con più di 65 anni è completamente senza denti, contro uno strabiliante 41.3% dei fumatori. Eppure, alcuni fumatori ingenui credono ancora che solo le sigarette siano dannose per la salute in generale e anche per quella di denti e gengive.

Uno studio condotto negli Stati Uniti su 705 soggetti di età compresa tra 21 e 92 anni ha rilevato che il 17.6% dei fumatori di sigaro o pipa ha una malattia parodontale moderata o grave, una percentuale tre volte maggiore rispetto ai non fumatori. I soggetti esaminati avevano in media già dato l’addio a 4 denti. Per ogni tipo di tabacco considerato nella ricerca i fumatori sono stati suddivisi in diverse categorie: “fumatori accaniti” erano i soggetti che fumavano ogni giorno, “ex fumatori accaniti” erano coloro che avevano fumato ogni giorno per 10 o più anni ma che avevano smesso. Il gruppo di controllo dei non fumatori era formato invece da soggetti che avevano smesso di fumare le sigarette da meno di 10 anni e da soggetti che non avevano mai fumato. “Tutti i fumatori, indipendentemente dalla loro abitudine di fumare sigarette, pipa o sigari, avevano una prevalenza molto maggiore di malattia parodontale moderata o grave in confronto agli ex-fumatori e ai non fumatori”, spiega il direttore dello studio. “La ricerca indica inoltre che vi è correlazione tra il numero di denti mancanti rispetto ai fumatori, agli ex-fumatori e ai non fumatori, che rispettivamente hanno perso 5.1, 3.9 e 2.8 denti”. Inoltre, i fumatori di sigaro sono più a rischio di perdita di osso alveolare, con percentuali molto simili a quelle dei fumatori di sigarette. La pubblicazione dell’articolo sul Journal of Periodontology nasce in risposta a due copertine di riviste per fumatori nelle quali gli attori Pierce Brosnan e Demi Moore veicolavano il messaggio che il fumo del sigaro è chic. “Ai miei pazienti che fumano”, scrive il responsabile della ricerca, anch’egli un dentista “spiego sempre fino in fondo le conseguenze per la salute. Compreso un effetto collaterale che spesso non si aspettano: un sorriso senza denti”.

Una ricerca pubblicata nel Journal of the American Dental Association rivela invece che i fumatori di sigaro sono soggetti a perdita dell’osso alveolare e dei denti nella stessa misura dei fumatori di sigarette, e lo stesso discorso vale per i fumatori di pipa. Quello che segue è un elenco di piccoli e grandi problemi che riguardano in modo preponderante i fumatori, qualunque sia la loro modalità di assunzione del tabacco:

  • maggior rischio di cancro della cavità orale
  • alito cattivo
  • denti macchiati
  • perdita dei denti
  • perdita di osso
  • perdita del gusto
  • recessione delle gengive
  • irritazione e bruciore delle mucose orali
  • formazione di un maggior numero di rughe intorno alla bocca

Che fare?

La risposta è ovvia e radicale: smettere di fumare. Una ricerca svedese pubblicata nel Journal of Periodontology mostra che nei fumatori i meccanismi di difesa dell’organismo sono più deboli. Tuttavia, basta smettere di fumare perché la salute di tutto il corpo, bocca compresa, riprenda velocemente a migliorare. Il dr. Rethman, direttore dello studio, suggerisce che “a volte, per aiutare un fumatore a smettere bastano piccoli consigli. Per esempio abbiamo osservato che la piacevole sensazione di freschezza e pulizia che si avverte nella bocca dopo l’igiene con spazzolino e filo interdentale può davvero aiutare a liberarsi dal vizio del fumo”.

Perché chi perde (il vizio) vince. Con l’obiettivo di stimare la proporzione di malattie parodontali attribuibili al fumo di sigaretta, un’équipe di ricercatori americani ha esaminato i dati di 13.650 persone con più di 18 anni che avevano tutti i loro denti. Conclusione: il fumo è responsabile di più della metà di tutti i casi di malattia parodontale negli adulti e ne rappresenta il maggiore fattore di rischio prevenibile (ed evitabile, naturalmente). Ci vogliono in media 11 lunghi anni perché il rischio di malattia parodontale di un ex-fumatore sia quasi uguale a quello di una persona che non ha mai fumato. Lo studio mostra anche la correlazione tra la quantità di sigarette fumate al giorno e le probabilità di malattia parodontale: chi fuma meno di un pacchetto al giorno ha probabilità tre volte maggiori rispetto a chi non fuma, ma chi fuma più di un pacchetto e mezzo al giorno ha un rischio sei volte più grande. “Non passa giorno senza che il dentista veda nella bocca dei pazienti le devastazioni prodotte dal fumo: il tabacco riduce l’apporto di ossigeno e nutrienti ai tessuti gengivali, compromette i meccanismi di difesa dell’organismo rendendo i fumatori più suscettibili alle infezioni, condiziona negativamente le capacità di guarigione, fa perdere i denti. Sembra quasi incredibile che qualcuno voglia volontariamente mettere così a repentaglio la propria salute”.

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