Bulimia e anoressia danneggiano tutto l’organismo, senza risparmiare i denti: nel primo caso i cicli di abbuffate e vomito provocano il passaggio degli acidi gastrici nella bocca; nel secondo le restrizioni caloriche privano il corpo dei nutrienti essenziali, con conseguenze tutt’altro che piacevoli.
Una persona che soffre di bulimia si sottopone a cicli continui di abbuffate incontrollate (note col il nome di Binge Eating Disorder, o BED) seguite da vomito autoindotto e spesso associate all’ assunzione smodata di lassativi, diuretici, e farmaci “dimagranti” di vario genere. Gli acidi gastrici contenuti nel vomito passano attraverso la bocca ed erodono lo smalto provocando carie e perdita dei denti, che assumono un tipico aspetto giallastro e consunto. Le labbra appaiono arrossate, disidratate, screpolate. Non è raro, infatti, che proprio il dentista sia il primo ad accorgersi della presenza del problema.
Nell’anoressia il quasi-digiuno priva il corpo di nutrienti vitali, spesso provocando l’osteoporosi che a sua volta indebolisce le strutture ossee di supporto dei denti e ne provoca la caduta.
Che cos’è l’osteoporosi?
L’osteoporosi consiste in una demineralizzazione ossea che rende lo scheletro fragile – infatti la massa ossea rappresenta un costante equilibrio tra costruzione e distruzione delle ossa, un tessuto vivente in perenne cambiamento. Se la formazione ossea non compensa il riassorbimento che l’ha preceduta, l’equilibrio è perturbato e la massa ossea globale diminuisce: in quel momento compare l’osteoporosi.
In entrambi i casi, è essenziale trattare le cause sottostanti alle patologie ma anche le complicazioni dentali che ne derivano.
Gli effetti orali della bulimia
Le variazioni osservate in molti soggetti con bulimia sono spesso ben riconoscibili. Il vomito autoindotto può far gonfiare le ghiandole salivari (che a loro volta modificano la forma della mandibola conferendole un aspetto “quadrato”) e rendere la bocca e la lingua molto aride, rosse e irritate. Non è raro, tra l’altro, che chi soffre di bulimia abbia un costante bruciore alla gola e presenti piccole emorragie sotto la pelle del palato, talvolta associate a ferite provocate dall’inserimento delle dita per favorire il vomito.
Che cosa sono i disturbi del comportamento alimentare?
I disturbi del comportamento alimentare, o DCA, sono condizioni caratterizzate da emozioni, attitudini e comportamenti estremi riguardo al peso e all’alimentazione. Chi ne è colpito è convinto che sarà “migliore” se riuscirà a esercitare un controllo assoluto sull’ingestione del cibo e sulla propria dimensione corporea.
Il vomito ripetuto erode lo smalto dei denti, soprattutto di quelli frontali superiori; questo fenomeno aumenta di molto i rischi di carie in queste zone della bocca e rende questi denti particolarmente sensibili alle variazioni di temperatura. La grave erosione può inoltre compromettere l’occlusione - il modo in cui i denti delle due arcate si congiungono. L'erosione è un processo lento che può impiegare anche due o tre anni a diventare evidente, e riguarda, secondo gli studi della National Eating Disorders Association americana, l'89% dei soggetti affetti da bulimia; tuttavia, i primi danni dentali provocati da anoressia e bulimia compaiono molto presto, a partire da sei mesi dall'inizio della patologia. Inoltre, molti bulimici sono malnutriti, anemici, deboli, faticano a riprendersi dalle malattie e presentano un rischio particolarmente elevato di malattie parodontali (piorrea).
Il ruolo del dentista
Il trattamento odontoiatrico consiste in primo luogo in una cura a base di fluoro, da proseguire anche a casa, che serve a rinforzare lo smalto. Durante le visite vengono rilevate eventuali carie o infezioni del cavo orale. Il trattamento odontoiatrico è una parte molto importante della cura della bulimia, e molto spesso il dentista diventerà parte integrante dell'équipe terapeutica. Se il danno allo smalto è allo stadio iniziale potrà essere ovviato con l’applicazione di compositi, mentre per le erosioni più gravi non resta che l'estrazione dei denti compromessi e la loro sostituzione con ponti o impianti. Secondo le statistiche, tre quarti dei soggetti con bulimia presentano seri disturbi psicologici quali ansia e depressione e possono sviluppare dipendenze (alcol e stupefacenti); queste condizioni possono peggiorare ulteriormente la salute dentale, e i farmaci somministrati per trattarle possono interferire con le cure odontoiatriche.
Il dolore nascosto
La bulimia è una condizione particolarmente insidiosa in quanto chi ne è colpito tende con ogni mezzo a mantenere i propri comportamenti avvolti dal più stretto segreto; per familiari e amici è quindi molto difficile riconoscerne la presenza. La frequenza del ciclo abbuffata-vomito varia da caso a caso, ma in quelli più gravi può arrivare a 8-10 volte al giorno. Durante una tipica abbuffata il soggetto prova una perdita totale di controllo che lo porta a mangiare quantità eccezionali di cibo; il conto calorico ammonta non di rado a migliaia di calorie per ogni singolo episodio. I cibi preferiti in genere sono molto grassi e ad altissima densità calorica (gelati, merendine, junk-food), e rientrano nella categoria dei cosiddetti "comfort food" - si pensi per esempio alla classica immagine mediatica della donna triste che "si consola" con il gelato, la torta, o con prodotti simili.
L'abbuffata è quasi sempre scatenata dallo stress, dalla tristezza o da altre emozioni negative, e connota i soggetti che hanno una visione distorta e negativa del proprio peso e della propria immagine corporea. Tuttavia, anche i tentativi di perdere peso attraverso comportamenti di purging (vomito autoindotto, assunzione di lassativi e di diuretici, pratica di enteroclismi) o con diete estreme inducono una fame intensa che può scatenare l'abbuffata. Una volta iniziatala, il bulimico continua a mangiare fino a quando viene interrotto o fino a che lo stomaco è pieno in maniera esagerata, intollerabile e dolorosa. Il binge eating viene condotto in solitudine e in segreto, perché il bulimico è ben consapevole che il suo comportamento alimentare è anormale. Il cibo viene consumato rapidamente, con scarso o nullo apprezzamento per il suo gusto, la sua qualità o il suo valore nutritivo. L'abbuffata sembra calmare temporaneamente e/o negare le emozioni negative che l'hanno scatenata, ma il sollievo è di breve durata; vergogna, senso di colpa, odio per se stessi e assunzione incontrollata di cibo quasi sempre sopraffanno il bulimico, rinforzando il ciclo negativo e motivandone la perpetuazione.
I comportamenti di purging servono a contrastare le calorie assunte durante le abbuffate, e a "riconquistare il controllo" di sé dopo un episodio di binge eating. Altri sistemi per contrastare le abbuffate sono rappresentati dall'esercizio smodato, che viene proseguito nonostante l'esaurimento fisico, la comparsa di dolore e perfino di traumi, alternato a digiuni prolungati, sfinenti e molto pericolosi per la salute.